mercoledì 5 luglio 2023

Il paradiso in terra è possibile?

Tutti gli uomini e tutte le donne vorrebbero vivere in un paradiso. Chiedete loro se lo desiderano e vi risponderanno che sarebbe bello vedere questo mondo trasformato, senza più odio, guerre, malvagità. Questo in generale. Poi ci sono persone dotate di una certa sensibilità che bramano vedere questo mondo ripulito da chi lo rovina e fa del male al prossimo. La nostra società è composta da individui molto eterogenei: si va dalla persona di indole buona, incapace di far male a una mosca, alla persona di indole malvagia, che dalla nascita alla morte non fa altro che danni. È quindi chiaro che in una simile società la convivenza diventa a volte molto difficile. Sembra quasi che il buono sia destinato a vivere una vita di sofferenze e umiliazioni, al contrario del cattivo che vince sempre. Il cattivo, questa figura per molti intrigante e affascinante, ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella società terrestre. In molti film è sempre lui quello che cattura maggiore attenzione, quello che attira simpatie; e diciamolo: non sono pochi quelli che parteggiano per lui. Vi faccio un esempio terra terra: ricordate la serie "Pinocchio" di Comencini? Ebbene, Pinocchio fa il bravo bambino, studia diligentemente, finché non incontra Lucignolo. Cosa rappresenta Lucignolo? È il personaggio "cattivo", quello che svia Pinocchio invogliandolo a non seguire le regole della società. Questa strada appare a Pinocchio molto allettante, ma più tardi si rende conto che non porta alla felicità. La felicità è quella che tutti noi rincorriamo. Ma esaminiamo la storia: questo mondo ha mai conosciuto la vera felicità? Possiamo affermare che in qualche epoca l'uomo sia stato davvero felice? Diciamo che l'umanità ha conosciuto periodi di alti e bassi, dove comunque il male ha sempre vinto. Certo, sarebbe bello che nei casi della vita l'epilogo fosse quello dei telefilm anni '80, dove il bene vince sul male. Ma quelli sono telefilm, la vita è un'altra cosa. Vediamola come effettivamente è: in ogni epoca ci sono sempre stati uomini che hanno dominato altri uomini. E quasi mai questi erano uomini buoni. Da una parte, i dominatori prosperavano, si arricchivano, facevano la bella vita; dall'altra, uomini umili, buoni, desiderosi di nient'altro che una vita piena di affetti e serenità, soccombevano e gemevano. E lo stesso accade oggi: quanti di noi soccombono e gemono a causa delle cose detestabili che si compiono sul nostro pianeta? E ci sentiamo inermi, impossibilitati a cambiare una situazione che perdura così da sempre. E allora aspettiamo la fine del mondo! Siamo ansiosi di vedere una nuova era, piena di pace e prosperità, dove finalmente quello vincente è il buono, non il cattivo. Mi vengono in mente alcune sette religiose, come i testimoni di Geova, che da decenni attendono la tanto agognata fine del mondo. Le date sono state spostate più volte, ma la fine non è mai arrivata. È così tanta la voglia di cambiamento, di vedere eliminati i malvagi (tutti tranne loro), che anche le parole di Gesù, alle quali dovrebbero attenersi scrupolosamente, perdono di significato: «Nessuno conosce il tempo, neanche gli angeli del cielo, ma solo il Padre».

Anche gli indù aspettano un paradiso, solo che secondo i loro calcoli quando arriverà noi tutti saremo già belli che morti. Infatti, l'età dell'oro giungerà non appena terminerà il cosiddetto Kali Yuga, nell'anno 428.899 d.C.! Spero vivamente che abbiano torto. Certo, se consideriamo l'eternità, 400 mila anni sono un soffio, ma ciò significa che in tutto questo lasso di tempo i malvagi continueranno a prosperare e la Terra continuerà a peggiorare sempre più fino a diventare un vero inferno. Anzi, perdonatemi: lo è già. Si spera quindi che il buon Dio voglia intervenire un po' prima per evitare alle società future atroci sofferenze. Alcuni credono che questo avverrà, attraverso i nostri fratelli dello spazio. Ora, non so quanti di voi credano all'esistenza degli UFO, ma l'argomento è intrigante e merita di essere preso in considerazione. Nell'universo che si suppone infinito, pensare di essere gli unici che lo abitano è per me una follia completa, oltre che concetto di una tristezza infinita. Supponiamo che questi nostri fratelli ci siano e ci visitino da millenni. Certamente, se sono più evoluti di noi (e ci vuole poco), si sono resi conto che la situazione qui non è per niente allegra; essendo pratici, siamo un popolo che non impara mai dagli errori del passato e, anzi, pare che si diverta proprio a ripeterli. Siamo un popolo che al di là di tante buone parole e tanti buoni propositi, ancora danneggia i propri simili, inquina l'ambiente, rovina il pianeta che lo ospita. Cosa cantava Finardi nel lontano 1978? «Extraterrestre, portami via, voglio una stella che sia tutta mia. Extraterrestre, vienimi a pigliare, voglio un pianeta su cui ricominciare». Questo è il sentimento di molti di noi, sicuramente. Insomma, che arrivi dallo spazio profondo, dal ventre di una donna o dal cielo, attendiamo un Salvatore che ci liberi dal male che imperversa nel nostro mondo, e che sembra non avere fine.

Sebbene nel mondo vi siano stati dei notevoli progressi in campo sociale e tecnologico, si è comunque visto un progressivo abbrutimento delle persone, specie dagli anni '80 in poi. In particolare, la perdita di valori morali e il conseguente caos, è stata la causa di una generazione di persone disorientate e infelici. Se aveste chiesto a un giovane negli anni '80 quali fossero i suoi obiettivi, la risposta sarebbe stata: «Trovare un buon lavoro e farmi una famiglia». Oggi la risposta è: «Divertirmi». Notate la differenza? Negli anni '80 la famiglia era considerata un valore molto importante: trovare un buon compagno di vita, amarsi, mettere al mondo dei bambini e garantire loro un futuro sicuro. Quasi tutti volevano questo. Oggi la famiglia ha subito un duro attacco da chi avrebbe dovuto incoraggiarla e preservarla. Ma se fai crollare un pilastro della società, la società stessa va a ramengo, per non usare un altro termine più volgare. Ed è infatti quello che è successo. Oggi l'imperativo è soddisfare se stessi usando il prossimo. Le persone non sono più esseri umani ma oggetti da sfruttare finché servono. Quando può durare una società così?

Concludo, se no diventa un romanzo. Perché non provare noi stessi a cambiare? Possiamo farlo. Abbiamo già visto una società più funzionale, più umana, e sappiamo che è possibile realizzarla. Ma dobbiamo volerlo tutti insieme, non solo pochi. Qui non si tratta di premere il pulsande dell'autodistruzione: lo abbiamo già premuto da anni! Solo che la distruzione non è immediata ma lenta e graduale. Vediamo il nostro mondo sgretolarsi in maniera impercettibile, senza quasi rendercene conto. Non pensiamo sempre che il paradiso stia in cielo, pronto e confezionato per chi se lo merita dopo il trapasso; il paradiso può essere qui, ora! E tutto dipende da noi, dal nostro desiderio di cambiare. La beatitudine che tanti di noi desiderano può essere vissuta già qui.

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