Ultimamente mi è capitato di vedere filmati YouTube in cui si intervistano alcuni ragazzi negli anni '80. Le domande che vengono rivolte a questi ragazzi sono abbastanza semplici: come ti chiami, cosa fai, cosa vorresti fare dopo gli studi, hai la ragazza o il ragazzo ecc. L'età dei ragazzi intervistati varia dai 13 ai 17 anni, quindi la maggior parte di essi fa le scuole superiori. Alcuni aspetti mi hanno colpito in questi video, e ne voglio parlare qui con voi. Potrei postare direttamente i filmati, ma non lo faccio perché per svariati motivi YouTube cancella spesso contenuti e canali, e non vorrei quindi ritrovarmi a mostrare nei miei post video che non esistono più. Sì, sono un maniaco dell'ordine, ma che ci posso fare?
Veniamo al sodo. Il primissimo aspetto che mi ha colpito è l'atmosfera dell'intervista. A parte la dolcezza dell'intervistatore o intervistatrice, si nota una certa tranquillità, una serenità che nelle interviste di oggi è assente. Le domande vengono poste con calma, senza fretta, e l'intervistato risponde prendendosi tutto il tempo che vuole, senza essere interrotto. Inoltre, l'intervistatore ascolta e pare molto interessato a ciò che l'intervistato ha da dire. Nelle interviste di oggi avviene tutto il contrario: domande poste velocemente, risposte che devono essere date di corsa (altrimenti si va fuori tempo), interruzioni continue, intervistatore che non ascolta le risposte e pensa già alla domanda successiva mentre l'intervistato risponde. Insomma, poca professionalità, poca serietà, poco stile.
Un altro aspetto che mi ha colpito è l'aspettativa, la speranza di questi giovani. Guardandoli negli occhi, sentendo le loro parole, si percepisce una certa sicurezza nel poter realizzare, una volta terminati gli studi, i loro progetti lavorativi. Non si percepisce un forse, un chissà, ma sicurezza. Quando mi diplomo farò questo lavoro. Lo dicono in una maniera tale che è come se fosse cosa fatta. Senza contare poi che molti studenti già lavoravano: ad esempio, una studentessa faceva anche la parrucchiera. Tutto questo è pura utopia oggi, dove non c'è nulla di sicuro.
Veniamo al terzo aspetto: la semplicità. I ragazzi intervistati sono molto semplici, con gusti e obiettivi semplici. Quando gli si chiedeva del lavoro che avrebbero voluto fare, rispondevano chi il geometra, chi la parrucchiera, chi il cuoco e via discorrendo. Nessuno aveva in mente l'astronauta, il magnate petrolifero, il direttore di banca. Tutti desideravano fare un lavoro normale, con uno stipendio normale. La ovvia conclusione che si trae da questo è che i soldi non erano la loro principale attrattiva. Probabilmente volevano innamorarsi, fare una famiglia, dei figli, vivere una vita semplice senza troppi problemi e complicazioni. Forse, i loro genitori avevano trasmesso loro il messaggio che il denaro, anche se importante, non può sostituire altri valori come l'amore, l'amicizia vera, la condivisione, la semplicità, la tolleranza e il rispetto. Se la società odierna è così diversa da quella di allora è proprio perché questi valori sono andati perduti, per lasciare il posto a un insensato e velenoso desiderio di apparire, fare soldi e carriera.
Quarto ed ultimo aspetto: sorridono! Avete notato che quando vengono intervistati i giovanissimi di oggi, pochi sorridono? Sarà forse perché qualcuno o qualcosa ha rubato loro il sorriso? A me personalmente piange il cuore quando vedo un ragazzino che non sorride mai e, se viene intervistato, non sa quasi cosa dire, un po' per paura di dire cose sbagliate o scomode, un po' per incapacità di esprimersi. Ma i giovani sono il futuro. Sono i futuri padri, le future madri, i futuri contribuenti, i futuri costruttori del mondo. Se i giovani non ridono è segno che il futuro è tetro.
Qualche commentatore, evidentemente poco informato o traumatizzato da qualche triste avvenimento personale negli anni '80, ha scritto che si sta meglio oggi. Sì, oggi abbiamo più tecnologia, che ha apportato innumerevoli vantaggi e comodità, sono il primo a dirlo. Ma se il progresso tecnologico non è affiancato dal progresso morale, non andiamo da nessuna parte. Abbiamo progredito in tecnologia, ma regredito in moralità. Questo spiega tutta l'infelicità che regna nel nostro mondo, un mondo tecnologico dove si progetta di mandare uomini su Marte, ma al contempo pieno di tristezza e poche speranze per il futuro.
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